“la comunicazione”
vette sempre più imponenti
lontane dalle nostre sorgenti,
di vita e di poesia
in un abisso di follia.
Sepolcri e odi
di melodie e nodi,
alla gola … vogliamo gridare
parlare, comunicare.
Ma c’è sempre qualcosa che ci intimorisce
e le nostre membra schernisce,
RESTA LA “VOCE”!!!
Ho paura di parlare
di dire ciò che penso,
ma perché?.....forse non sono libero!
Sono diventato un albero,
le cui radici sono il mio passato
la terra il mondo sperato,
l’acqua la sorgente di vita
il sole l’anima infinita.
Ma non c’è più acqua!
Sto perdendo le foglie
ho bisogno di aiuto
non posso gridare
nessuno mi vede!
I rami sono morti
come le mie labbra asciutte
di poche parole,
perché nessuno le ascolta
l’umanità sempre più sorda,
sola di fronte al potere
accecante e dirompente,
di un mondo egoista
ove la comunicazione
non trova la propria collocazione
nella spinta globalista,
semplicistica e modernista,
in cui la speranza
resta la salvezza
per poter tornare a gridare
ed a comunicare!